Una notizia straziante per Lewis Hamilton: “Il management della Ferrari si rammarica del suo arrivo” e della partenza di Carlos Sainz, mentre Hamilton non ha mai concluso un Gran Premio in questa stagione.

Notizie strazianti per Lewis Hamilton: “La gestione della Ferrari si rammarica del suo arrivo” e la partenza di Carlos Sainz, mentre Hamilton non ha mai finito sul palco a un Grand Prix in questa stagione.

Nel mondo veloce della Formula 1, in cui gli eroi vengono realizzati e spezzati in un istante, il passaggio da Lewis Hamilton alla Ferrari è diventato una pillola amara quest’anno. Il campione del mondo dei sette volte, che ha firmato con molti bombardamenti alla fine del 2024 con l’iconica stalla di corse italiane, lotta con una stagione piena di delusioni. Con solo una manciata di gare da percorrere nel calendario del 2025, a Hamilton non è mai stato permesso di celebrare l’ambito podio in un normale Grand Prix. Il suo miglior risultato? Una vittoria sorprendente nello sprint del Gran Premio cinese, ma nelle gare principali termina costantemente al di fuori delle prime tre, con diversi elenchi di P4 come consolazione snella. Questa notizia, combinata con le voci secondo cui parti della direzione della Ferrari si rammarica della sua nomina e le conseguenze della partenza di Carlos Sainz, dipinge un’immagine straziante di un sogno scorre in un incubo.

Hamilton, il britannico di 40 anni che è già leggendario con 105 vittorie e 202 podi, è arrivato a Maranello con imponenti aspettative. Dopo dodici anni di fedele servizio a Mercedes, dove ha preso sei titoli, il passo per Ferrari de Kroon sembrava la sua carriera: la possibilità di riportare la Scuderia in cima dopo sedici anni di siccità. Ma la stagione 2025 è diventata un flop. Nelle gare di apertura, la SF-25-auto ha mostrato un potenziale, ma problemi strutturali da tenatura in incoerente aerodinamica che Hamilton ha preso. Ha persino battuto un record personale: quindici gare senza palcoscenico, una serie molto pesante che mette alla prova la sua pazienza. “Mi sento inutile”, ha confessato in Ungheria a metà agosto, dopo una qualifica che lo ha eliminato nel primo trimestre. Anche su Monza, il cuore del Tifosi, è salito da P10 a P6, ma la richiesta di un palcoscenico è rimasta senza risposta.

Il mulino delle voci è a tutta velocità da quando l’ex capo del team Haas Guenther Steiner ha pronunciato ad alta voce in un podcast che sussurra che molte persone sussurrano: “Alcune persone all’interno della Ferrari rimpiangono la sostituzione di Sainz da Hamilton”. Steiner, mai paura di una pugnalata sott’acqua, indicò il caos causato dall’adattamento di Hamilton. “Carlos ha appena fatto le sue cose senza tutto quel rumore esterno. Ora la squadra è costantemente perplesso perché a Lewis non è permesso fare l’auto.” In effetti, l’investimento in Hamilton – stimato in oltre 50 milioni di euro all’anno – sembra una scommessa che non funziona. Il teamrincipal Fred Vasseur rimane ottimista e prevede una fase per la stagione, ma gli addetti ai lavori riportano tensioni nella sala del consiglio. John Elkann, il Presidente, avrebbe visto la firma come una spinta dell’ego, una prodezza di pubbliche relazioni per rafforzare il marchio della Ferrari. Ora, con il campionato dei costruttori in palio – la Ferrari è seconda, ma senza una vittoria quest’anno – la consapevolezza che la lucentezza commerciale non si traduce in pista.

E poi Sainz, il potere silenzioso che ha avuto luogo il posto di Hamilton alla sua partenza. Lo spagnolo, che era un partner affidabile per Charles Leclerc per quattro anni, è stato messo da parte alla fine del 2024. “Ero sicuro del 99 % di un’estensione”, ha detto più tardi, con un dolore che è ancora offset. Sainz “L’addio era agrodolce: ha ancora vinto in Messico, ma ha dovuto guardare come la Ferrari lo scambiava per il grande nome. La sua scelta per Williams, una squadra che era il fondo dell’elenco nel 2024, sembrava una scommessa. Ma guarda ora: a Baku è arrivato terzo, il suo primo palcoscenico per l’inferno verde, e conduce l’ascesa di Williams alla fascia centrale. Mentre Hamilton e Leclerc sono diventati ottavo e nono in quella gara, Sainz sorrise sul palco. “Questo dimostra che ero al mio posto”, sembrava dire il suo sorriso. Esperti come Jacques Villeneuve fanno eco che: “Ogni squadra in cui Sainz lascia va in discesa. Ha portato stabilità e ti perdi adesso.”

L’impatto su Hamilton è immenso. L’uomo che una volta sembrava imbattibile ora combatte con se stesso. “Devo abituarmi all’auto, ma sembra una lotta contro me stesso”, ha ammesso dopo il GP di Azerbaigie. Il suo compagno di squadra Leclerc, con cinque fasi già, esaurisce 44 punti nel campionato. Hamilton è sesto con 117 punti, un scarso equilibrio per un campione del suo calibro. Fuori dalla pista cerca conforto: piange il suo amato buldog Roscoe, che è gravemente malato e lo ha costretto a perdere un test di Pirelli. “Guntato”, ha twittato, mentre ha dovuto annullare i piani speciali con la Ferrari. Il GP britannico su Silverstone, dove ha messo in gioco una serie di palcoscenici unica, si è concluso con frustrazione. Perfino il Tifosi, che lo ha accolto a Milano come un eroe, inizia a brontolare.

Eppure c’è speranza. Vasseur sottolinea la progressione di Hamilton: “Combatte con George Russell, torna dalle penalità. Sta arrivando un palcoscenico”. Baku e Singapore sono nel menu, circuiti in cui la Ferrari è storicamente forte. Hamilton stesso è determinato: “Questo è un riavvio. Mi piace di nuovo correre.” Ma l’orologio tocca. Se fallisce, il 2025 sarà la sua prima stagione senza un palcoscenico in diciannove anni – una macchia in una carriera illustre. Per la Ferrari, un’eredità delle opportunità mancate minaccia: un campione che non brilla, un ex pilota che fiorisce altrove e una direzione che lotta con le scelte.

Questa storia è straziante perché riguarda i sogni che si scontrano con la realtà. Hamilton, il pioniere che ha sfondato le barriere, merita di meglio. Sainz, il perdente che continua sempre, dimostra il suo valore. E Ferrari? Devono scegliere: attenersi alla leggenda o ammettere che la scommessa non è riuscita. Con otto gare da percorrere, tutto dipende dalla pista. I fan trattono il respiro, sapendo che in F1, lacrime e trionfi ci sono solo una curva.

Related Posts

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *