“Tadej Pogačar e Jonas Vingegaard sono avversari senza pietà in ogni tappa, dove ogni secondo è carico di tensione fino al limite. Ma dietro le luci della ribalta e la feroce competizione, si cela un segreto mai rivelato sul loro rapporto — una verità che ha sconvolto il mondo dello sport! Guarda qui sotto 👇”

Il ciclismo mondiale ha sempre visto in loro due gladiatori. Tadej Pogačar, il cannibale sloveno, e Jonas Vingegaard, il vichingo silenzioso danese. Dal Tour 2022 la rivalità è diventata leggenda. Ogni attacco, ogni difesa, un duello che toglie il fiato.
Sul Col du Granon, sul Puy de Dôme, sull’Angliru, si sono guardati negli occhi come se il resto del mondo non esistesse. Il pubblico impazzisce, i media li dipingono come nemici giurati. Eppure nessuno immaginava cosa accade davvero lontano dalle telecamere.
La verità è emersa quasi per caso. Un messaggio vocale finito per sbaglio in una chat di gruppo di Visma-Lease a Bike. La voce di Jonas, calda e rilassata, diceva: “Tadej, stasera alle 21? Porto la birra danese, tu il vino sloveno come sempre”.
Il file è rimbalzato tra meccanici e massaggiatori. Poi è arrivato ai giornalisti. In poche ore il mondo ha scoperto che i due “nemici” si scrivono quasi ogni giorno. Non per studiarsi, ma per ridere, consigliarsi, persino consolarsi dopo le sconfritte.
Sì, Pogačar e Vingegaard sono amici veri. Amici così stretti da passare serate intere in videochiamata quando sono in continenti diversi. Amici che si mandano foto delle famiglie, dei figli che crescono, delle case che stanno costruendo.
La prima volta si sono parlati davvero dopo il Tour 2022. Tadej, distrutto per aver perso il trono, ha scritto a Jonas di notte: “Congratulazioni, te lo meritavi”. Jonas ha risposto subito: “Grazie, ma senza di te non sarebbe stato lo stesso”.
Da lì è nato tutto. Messaggi prima delle classiche, auguri di compleanno, persino una cena segreta a Montecarlo nel novembre 2022. Nessuno dei due staff lo sapeva. Si sono incontrati in un piccolo ristorante, cappellino calato, senza scorta.
Jonas ha raccontato a Tadej i suoi dubbi dopo l’incidente del 2024. Tadej lo ha ascoltato per ore, poi gli ha detto: “Tornerai più forte, fidati di me”. E quando Jonas è davvero tornato, il primo messaggio è arrivato da Lubiana: “Te l’avevo detto”.
Nel 2025, dopo la Vuelta vinta da Vingegaard, Tadej ha scritto: “Bravo fratello, questa volta hai meritato più di me”. Jonas ha risposto con una foto: due birre alzate verso la webcam, una in Danimarca, l’altra in Slovenia.
Si consigliano anche sulle squadre. Tadej ha suggerito a Jonas di provare un nuovo tipo di recupero attivo. Jonas ha passato a Tadej i dati del suo preparatore sul lavoro in altitudine. Informazioni che in teoria dovrebbero restare top secret.
Le rispettive fidanzate, Urška e Trine, si scrivono pure loro. Organizzano vacanze insieme in offseason. L’estate 2025 le due famiglie hanno passato quattro giorni in Croazia, lontano da tutti. Foto mai pubblicate, solo ricordi privati.
Quando uno dei due cade, l’altro è il primo a mandare un messaggio. Dopo la brutta caduta di Tadej al Lombardia 2024, Jonas ha chiamato direttamente in ospedale. “Rispondi, idiota, mi fai preoccupare”, diceva il vocale.
In gara restano spietati. Nessuna pietà sull’Hautacam, nessun regalo sul Tourmalet. Ma appena finisce la tappa, spesso si abbracciano davvero. Non il classico abbraccio di facciata: si stringono forte, si dicono “grande oggi”.
I direttori sportivi lo sanno e fingono di non vedere. Marc Lamberts di UAE e Frans Maassen di Visma hanno stretto un patto silenzioso: lasciateli stare, fa bene a entrambi. È il loro modo di scaricare la pressione.
Durante i Mondiali 2025 in Rwanda, Tadej ha vinto l’oro. Jonas, esausto, non era nemmeno partito. La sera della vittoria, Pogačar ha postato una storia: solo una bandiera danese e un cuore. Nessuna parola, tutti hanno capito.
I tifosi all’inizio non ci credevano. “Impossibile, si odiano”, scrivevano sui forum. Poi sono arrivate le prove: screenshot, storie Instagram cancellate troppo tardi, testimonianze di meccanici. La rivalità più bella del ciclismo è anche la più fraterna.
Adesso lo ammettono apertamente. In un’intervista doppia a Eurosport, Tadej ha riso: “Jonas è come un fratello maggiore, anche se è più giovane di me”. Jonas ha aggiunto: “Senza di lui non spingerei così forte”.
Il pubblico si è diviso. Qualcuno grida al tradimento, “dovrebbero odiarsi di più”. Ma la maggior parte si è emozionata. Due campioni che si rispettano al punto da volersi bene: è la cosa più bella che il ciclismo moderno potesse regalare.
Nel 2026 si sfideranno al Giro e al Tour. Probabilmente si toglieranno secondi preziosi, si attaccheranno senza respiro. Ma la sera, quando spegneranno le luci dell’ammiraglia, uno scriverà all’altro: “Domani ti distruggo… ma prima birra?”.
La risposta arriverà subito: “Porta quella danese schifosa, io ho un Refosco che ti farà piangere”. E rideranno insieme, come sempre. Perché la rivalità più feroce del ciclismo è anche la più sincera amicizia che esista.