Ottant’anni dopo, una missione segreta del SAS per catturare o eliminare il generale nazista Erwin Rommel durante la Seconda Guerra Mondiale è venuta alla luce, rivelando i dettagli di un piano audace che avrebbe potuto ribaltare le sorti del conflitto. Noto come la “Volpe del Deserto”, Rommel fu una figura chiave nella macchina bellica di Hitler, guidando le forze tedesche in Nord Africa e successivamente in Francia dopo lo sbarco in Normandia nel giugno 1944. Nota come Operazione Gaff, l’operazione aveva lo scopo di rompere la situazione di stallo nelle settimane successive al D-Day, quando gli Alleati temevano che la resistenza nazista potesse prolungare la guerra in Europa. Approvata dal feldmaresciallo Bernard Montgomery, la missione coinvolgeva una squadra di sei soldati d’élite dello Special Air Service (SAS) britannico il cui compito era tanto rischioso quanto affascinante: eliminare o rapire uno dei più brillanti strateghi della Germania nazista.
Il piano era sorprendentemente preciso. Dopo aver scoperto il castello francese di La Roche-Guyon, 80 chilometri a ovest di Parigi, dove alloggiava Rommel, le SAS, al comando del maggiore Bill Fraser, pianificarono un attacco mirato. Un cecchino si sarebbe nascosto nei boschi al di là della Senna rispetto al castello e avrebbe sparato a Rommel da 365 metri di distanza mentre passeggiava nei giardini all’italiana della tenuta. Se fossero riusciti a catturarlo vivo, un aereo sarebbe atterrato su una pista preparata per farlo uscire clandestinamente dalla Francia occupata dai nazisti. Le informazioni su Rommel erano dettagliate, compresi i suoi itinerari da e per il castello. Damien Lewis, storico militare e autore di *SAS Daggers Drawn*, descrive l’operazione come “una delle missioni più audaci della Seconda Guerra Mondiale, progettata per colpire al cuore il comando nazista e inviare un messaggio di forza agli Alleati”.
L’obiettivo dell’Operazione Gaff non era solo quello di neutralizzare Rommel, ma anche di esercitare un’influenza psicologica sulle forze armate tedesche. La cattura della “Volpe del Deserto” sarebbe stata un colpo di propaganda di proporzioni immense, secondo un documento segreto del luglio 1944 citato da Lewis: “Se fosse possibile rapire Rommel e portarlo in Inghilterra, il valore propagandistico sarebbe immenso”. Tuttavia, lo stesso documento riconosceva che uccidere il generale sarebbe stato più facile, poiché un rapimento avrebbe richiesto collegamenti radio e attrezzature più potenti, mentre un assassinio avrebbe potuto essere confermato semplicemente da un piccione viaggiatore. Questa miscela di tattiche moderne e metodi arcaici riflette la disperazione e la creatività dei commando in un momento critico della guerra.
Il team SAS includeva figure come il caporale Tom Moore, veterano delle campagne in Nord Africa e in Italia. Moore, che Lewis descrisse come un uomo riservato che raramente parlava delle sue imprese, faceva parte di questa missione ad alto rischio. La sua storia, insieme a quella di altri commando, è venuta alla luce grazie ai fascicoli familiari dell’eroe SAS Paddy Mayne recentemente scoperti. “Questi uomini erano più che soldati; erano strateghi pronti a rischiare tutto per una causa superiore”, scrive Lewis, sottolineando il coraggio e la determinazione di coloro che vi erano coinvolti. Dopo l’Operazione Gaff, Moore continuò a volare in missioni segrete in Germania e Norvegia, disarmando le forze nemiche, prima di tornare in Gran Bretagna per lavorare come meccanico e mettere su famiglia.
Tuttavia, la missione non fu mai portata a termine come previsto. Rommel fu gravemente ferito in un attacco della RAF al suo veicolo nel luglio del 1944 e fu costretto a rientrare in Germania. Questo evento, insieme al suo coinvolgimento nell’attentato a Hitler del 20 luglio, lo portò al suicidio forzato con il cianuro nell’ottobre di quell’anno. Sebbene l’Operazione Gaff non fu mai completata, la meticolosa pianificazione e il coraggio dei commando SAS testimoniano l’audacia di questa unità d’élite. Lewis sottolinea nel suo libro: “L’esistenza stessa di questa missione dimostra la volontà degli Alleati di andare oltre le convenzioni per sconfiggere i nazisti”.
Il contesto storico dell’Operazione Gaff aggiunge un ulteriore livello di intrigo. Nelle settimane successive al D-Day, gli Alleati affrontarono una feroce resistenza in Normandia. Montgomery, consapevole della necessità di sbloccare la situazione, vide in Rommel un obiettivo primario. La sua cattura o eliminazione avrebbe potuto demoralizzare le truppe tedesche e indebolirne la struttura di comando. La scelta di La Roche-Guyon come sede non fu casuale: situato in un pittoresco villaggio francese, il castello era un simbolo del potere nazista nella regione, ma anche un punto vulnerabile a causa della sua posizione sulla Senna. Il piano del cecchino, che Lewis descrisse come “un colpo che avrebbe cambiato la storia”, illustra la precisione chirurgica ricercata dal SAS nelle sue operazioni.
La rivelazione di questa missione, 80 anni dopo, ha catturato l’attenzione di storici e appassionati della Seconda Guerra Mondiale. I social media, in particolare piattaforme come Facebook, hanno alimentato l’interesse per storie eroiche come questa, in cui entusiasmo e rischio si intrecciano con la strategia militare. La narrazione di una piccola unità di commando che affronta un gigante come Rommel trova eco nei lettori in cerca di storie di coraggio di fronte alle avversità. Inoltre, il libro di Lewis, “SAS Daggers Drawn”, è stato elogiato per aver dato vita a questi resoconti attraverso documenti e testimonianze oculari, molti dei quali sono rimasti classificati per decenni.
L’eredità del SAS e di missioni come l’Operazione Gaff rimane rilevante ancora oggi. Fondata nel 1941 da David Stirling, l’unità ha gettato le basi per le moderne forze speciali e ha influenzato le tattiche di combattimento e le operazioni segrete in tutto il mondo. Il coraggio di uomini come Tom Moore e Bill Fraser, che operavano in segreto e rischiavano costantemente di essere catturati e giustiziati, è una testimonianza della determinazione umana. Lewis osserva: “Queste storie non solo onorano coloro che hanno combattuto, ma ci ricordano anche l’importanza della resistenza di fronte alla tirannia”.
Sebbene l’Operazione Gaff non sia mai stata realizzata, incarna lo spirito di innovazione e coraggio che contraddistingueva le SAS. L’immagine di un cecchino appostato in una foresta, in attesa del momento perfetto per sparare, o di un aereo pronto a evacuare un generale nazista catturato, evoca un misto di eccitazione e timore reverenziale. Per coloro che cercano di comprendere i momenti cruciali della Seconda Guerra Mondiale, questa missione offre uno spaccato delle operazioni segrete che hanno plasmato il conflitto. Il resoconto di Damien Lewis, basato su documenti recentemente scoperti, garantisce che le gesta eroiche di questi commando non vengano dimenticate e invita i lettori a immaginare cosa sarebbe successo se quel colpo fosse stato sparato nei giardini di La Roche-Guyon.
https://youtu.be/kps7wTRuZ6c