”Ogni luce nei grandi campi dai colori vivaci come il Roland Garros o Wimbledon è parte della piccola casa che un tempo ha coltivato il mio sogno tennistico”. Ma pochi sanno che il viaggio per diventare una stella italiana è iniziato da un povero tetto a Carrara, e che la sua ispirazione è arrivata dal suo defunto nonno, colui che ha piantato i semi del tennis nel giovane carrarese. Lorenzo Musetti è scoppiato a piangere quando ha menzionato il suo defunto nonno che lo ha ispirato al tennis con 5 parole che ricorderà per sempre.

Dietro i successi, i trofei e le luci dei riflettori dei tornei più importanti del mondo, c’è spesso una storia umana profonda, fatta di sacrifici, di affetti e di radici. Per Lorenzo Musetti, giovane promessa e ormai realtà del tennis italiano, tutto è cominciato in una casa modesta nella sua amata Carrara, in Toscana. Ma più importante di qualsiasi allenamento tecnico o preparazione atletica, è stato l’amore e l’ispirazione ricevuti da suo nonno, figura centrale nella sua crescita personale e sportiva.

In una recente intervista, Musetti ha rivelato con emozione che suo nonno è stato il primo a mettergli in mano una racchetta, quando aveva solo quattro anni. “Mio nonno credeva in me prima ancora che io potessi capire cosa significasse veramente giocare a tennis”, ha detto con la voce rotta. Non era un campione né un allenatore professionista, ma un uomo semplice con una passione per questo sport e un sogno da trasmettere al nipote.

Lorenzo ha sempre portato con sé quei primi ricordi sul campo in terra battuta vicino casa, i pomeriggi estivi passati a rincorrere la pallina con il nonno che gli dava i primi consigli, sempre con il sorriso. È da lì che è nato il suo stile elegante e tecnico, il suo rovescio a una mano così raro nel tennis moderno, ma che ormai è diventato il suo marchio di fabbrica. Un tocco quasi d’altri tempi, come quello dei grandi maestri del passato, ma con l’anima e la freschezza di un ragazzo che gioca ancora come se fosse nel suo cortile.

Oggi Musetti è tra i primi dieci giocatori del mondo, ha giocato partite indimenticabili nei tornei del Grande Slam e rappresenta con orgoglio l’Italia nei circuiti internazionali. Ma ogni volta che entra in campo, dice di pensare a quel piccolo cortile, a quel vecchio campo di Carrara, e soprattutto a suo nonno.

“Ogni luce nei grandi campi — Roland Garros, Wimbledon, ovunque — per me è come una finestra che si apre su quella vecchia casa. Senza di lui, non sarei qui.” Le sue parole hanno commosso fan, giornalisti e colleghi. Non è solo un atleta, ma un simbolo di come l’umiltà, la famiglia e le radici possano spingere un ragazzo a diventare un campione.

La storia di Lorenzo Musetti è una lezione per tutti: anche dai luoghi più umili possono nascere i sogni più grandi. E qualche volta, quei sogni portano lontano, ma non dimenticano mai da dove sono partiti.

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