🚨 “NON CI SARÀ MAI UNA VITTORIA PER LA UAE TEAM EMIRATES NEL 2026!”
Remco Evenepoel ha sconvolto il mondo del ciclismo dichiarando apertamente “guerra” alla UAE Team Emirates. Questa dichiarazione ha fatto esplodere la rabbia di Tadej Pogačar e di tutta la squadra. Pochi minuti dopo, la risposta di Pogačar, composta da sole 9 parole, ha catturato tutte le attenzioni, lasciando il mondo del ciclismo senza parole e scatenando un’ondata di commenti senza fine.
Bruxelles, 22 novembre 2025, ore 14:15. Remco Evenepoel entra nella sala stampa del Velodromo di Bruxelles con un sorriso tagliente. Ha 25 anni, tre titoli mondiali a cronometro consecutivi e un contratto fresco con Red Bull-Bora-Hansgrohe per il 2026. I microfoni lo assediano.
«Tadej è un fenomeno, ma la UAE ha dominato troppo a lungo. Nel 2026? Non ci sarà mai una vittoria per loro. Io e la mia nuova squadra li annienteremo, tappa per tappa.» Le parole esplodono come una granata. Il giornalista di Het Nieuwsblad sgrana gli occhi.
Remco non si ferma. «Hanno vinto 95 corse nel 2025, record assoluto. Ma era facile con me in un’altra squadra. Ora cambio le regole. Guerra totale alla UAE. Pogacar può pedalare quanto vuole, ma il 2026 sarà il mio anno.» La sala è un silenzio tombale.
Fuori, sui social, l’inferno. #EvenepoelVsUAE trend numero uno in Belgio. I tifosi della Soudal Quick-Step ridono, quelli della UAE ribollono. Un ex gregario di Pogacar twitta: «Remco parla troppo. Aspettiamo il Tour».
A Dubai, quartier generale UAE Team Emirates-XRG, l’aria è elettrica. Tadej Pogacar sta finendo un allenamento leggero sul tapis roulant. Il direttore sportivo Matxin Joxean gli passa il telefono. «Guarda cosa ha detto il belga. Vuole la guerra».
Pogacar legge il tweet di Evenepoel, due volte. Il suo viso, di solito sereno, si contrae. «Remco è Remco, può sempre vincere», dice Matxin, citando le sue stesse parole del 2024. Ma Tadej scuote la testa. «Non stavolta».
Cinque minuti dopo, Pogacar pubblica su Instagram. Nove parole esatte, in inglese: «Remco, porta il tuo nuovo team. Io vi aspetto tutti.» Accompagnate da una foto di lui sul podio del Tour 2025, maglia gialla, braccia al cielo. Zero emoji. Solo sfida pura.
Il mondo del ciclismo si ferma. Quel post raggiunge un milione di like in trenta minuti. I commentatori di Eurosport lo definiscono «il messaggio più freddo della storia». Evenepoel lo riposta con un poll: «Chi vincerà il 2026? Remco o Tadej?» Il 68% vota per lo sloveno.
La rivalità tra i due è leggendaria. Nel 2025, Remco ha battuto Pogacar tre volte, tutte a cronometro: tappa 4 del Dauphiné, tappa 5 del Tour de France, Mondiali di cronometro in Rwanda. Ma Tadej ha risposto con la vittoria iridata su strada, argento per Evenepoel.
Al Tour 2025, Pogacar ha preso la maglia gialla proprio dopo quella crono vinta da Remco, con 42 secondi di vantaggio. Evenepoel ha abbandonato al giorno 14, per un problema al ginocchio. «Tadej ha la squadra perfetta», aveva ammesso allora. Ma ora, con Red Bull-Bora, cambia tutto.
La UAE è furiosa. Adam Yates, vice-capitano, chiama Evenepoel «parlatore». Juan Ayuso, il giovane talento, twitta: «95 vittorie nel 2025. Ne vogliamo 100 nel 2026. Benvenuto nella polvere, Remco». La squadra emiratense si sente attaccata nel cuore.
Matxin Joxean, in una conference call d’emergenza, difende i suoi: «Remco è forte, ma Tadej è imbattibile. Ha vinto Tour, Giro, Vuelta. Evenepoel ha talento, ma non esperienza nei Grandi Giri completi». Eppure, dentro, sa che il belga è una minaccia reale.
Evenepoel, dal canto suo, non arretra. In un’intervista post-conferenza, ride: «Pogacar dice di aspettarci? Bene, arriveremo in gruppo. Con Primoz Roglic, Aleksandr Vlasov, Danny van Poppel. Red Bull ha costruito un’arma per distruggerli».
I tifosi italiani, appassionati di ciclismo, sono divisi. Su Gazzetta.it, un sondaggio: «Chi vincerà la guerra 2026?» 52% Pogacar, 48% Evenepoel. Commenti infuocati: «Remco è il futuro», contro «Tadej è un dio».
La risposta di Pogacar, quelle nove parole, è già iconica. «Remco, porta il tuo nuovo team. Io vi aspetto tutti.» Breve, letale. Come un attacco sul Poggio alla Sanremo. Lascia intendere: non solo te, Remco. Tutta la tua armata.
Analisti come quelli di Cyclingnews la paragonano al duello Merckx-Anquetil. «Pogacar non ha bisogno di urlare. Basta un sussurro per gelare il campo», scrive un esperto. Evenepoel risponde con un video: «Aspettaci, Tadej. Il 2026 inizia ora».
La squadra UAE si stringe intorno al leader. Allenamento extra programmato per domani. Pogacar pedala già con la mente al futuro: «Remco domina già, spero non migliori con Red Bull». Ma sa che la guerra è dichiarata.
In Belgio, Evenepoel festeggia con una birra. «Ho acceso la miccia. Ora vediamo chi brucia per primo». I suoi nuovi compagni a Red Bull ridono, ma sotto sotto tremano. Affrontare Pogacar non è uno scherzo.
Il ciclismo mondiale è in subbuglio. Sponsor come Ineos e Visma osservano, pronti a sfruttare la faida. Jonas Vingegaard, rivale di entrambi, sorride: «Lasciateli litigare. Io vinco il Tour in silenzio».
Ma la frase di Pogacar riecheggia ovunque. Nove parole che valgono più di un contratto. «Remco, porta il tuo nuovo team. Io vi aspetto tutti.» Sfida accettata. Il 2026 promette sangue sulle strade.
UAE Team Emirates giura vendetta. «Nessuna vittoria per loro? Ne avremo 120», tuona il CEO. Tadej, in privato, dice a Matxin: «È perfetto. Remco mi motiva. Lo batterò due volte, per sicurezza».
Evenepoel chiude la giornata con un post: «Guerra? Sì. Ma io combatto per vincere». I like piovono. La rivalità è il nuovo carburante del ciclismo. E Pogacar, con le sue nove parole, ha rubato la scena.
Il mondo trattiene il fiato. Da Milano a Liegi, da Dubai a Bruxelles. Il 2026 non sarà una stagione. Sarà una battaglia epica. Dove ogni pedalata conta. E ogni parola ferisce.
Pogacar ha risposto. E il ciclismo non sarà più lo stesso.