”NEL TENNIS ITALIANO C’È SOLO LUI” Fabio Fognini e la moglie Flavia Pennetta hanno progettato di aprire 5 Scuole Tennis per bambini poveri, l’allenatore principale che nessuno si aspettava era Jannik Sinner, Fabio Fognini ha raccontato 2 motivi per cui Jannik Sinner ha accettato e non ha preso soldi dal centro, facendo commuovere e ammirare i lettori

Milano è rimasta senza parole di fronte all’incredibile gesto di solidarietà compiuto da Fabio Fognini e sua moglie, l’ex campionessa Flavia Pennetta. La coppia ha annunciato l’apertura di cinque scuole di tennis gratuite destinate a bambini e ragazzi provenienti da famiglie in difficoltà economica. Le strutture saranno dislocate in diversi quartieri periferici della città e offriranno allenamenti, materiale sportivo e supporto educativo completamente gratuiti. L’obiettivo è chiaro: dare una possibilità concreta ai giovani talenti che altrimenti non avrebbero i mezzi per coltivare la propria passione.

Ma la notizia che ha davvero scosso l’opinione pubblica è stata quella sull’identità dell’allenatore principale del progetto: Jannik Sinner, il giovane fenomeno del tennis italiano e attuale top 5 del ranking mondiale. Nessuno si sarebbe mai aspettato che un atleta di tale livello, nel pieno della sua carriera, si impegnasse in prima persona in un’iniziativa del genere, tanto più senza chiedere alcun compenso.

Durante la conferenza stampa tenutasi a Palazzo Marino, Fognini ha voluto spiegare pubblicamente i due motivi principali che hanno spinto Sinner ad accettare:

“Quando ho parlato con Jannik del progetto,” ha raccontato Fognini con gli occhi visibilmente lucidi, “mi ha ascoltato in silenzio, poi mi ha detto due cose che non dimenticherò mai. La prima: ‘Anche io ho avuto qualcuno che ha creduto in me quando non avevo nulla, ora voglio essere io quella persona per qualcun altro.’ La seconda: ‘Il tennis mi ha dato tutto, è ora che io restituisca qualcosa, non ho bisogno di soldi per farlo.’

Parole semplici, ma che hanno toccato il cuore di molti. In un mondo spesso dominato da interessi economici e protagonismo, la scelta di Sinner appare come un atto di rara generosità e umanità. Il giovane altoatesino ha confermato le parole di Fognini con un breve intervento:

“Sono felice di poter dare una mano. Insegnerò ai ragazzi non solo il tennis, ma anche la disciplina, il rispetto e il valore dell’impegno. Lo sport può salvare delle vite, io ne sono la prova.”

Il progetto, denominato “Game for Future”, prevede l’inaugurazione delle prime due scuole entro la fine dell’anno, con le altre tre che seguiranno nel 2026. Oltre a Fognini, Pennetta e Sinner, parteciperanno anche altri ex tennisti italiani come Corrado Barazzutti e Roberta Vinci, che offriranno sessioni speciali e mentoring.

L’iniziativa ha già ricevuto l’appoggio del Comune di Milano, che ha messo a disposizione spazi e infrastrutture, e di alcune aziende italiane che forniranno le attrezzature. Ma è chiaro che il vero cuore del progetto è rappresentato dalle persone che lo stanno costruendo con amore e dedizione.

I social sono esplosi di commenti positivi:

“Non solo un campione in campo, ma anche nella vita,” ha scritto un utente riferendosi a Sinner.
“Finalmente delle notizie che fanno bene all’anima,” ha detto un altro.
“Fognini ha dimostrato una maturità incredibile, e Flavia è una forza della natura. Ma Jannik… lui è speciale.”

C’è chi parla già di un modello da replicare in altre città italiane. E se questo progetto dovesse dare i frutti sperati, non è escluso che possa ispirare altri sportivi a investire nel futuro dei giovani.

In un’epoca in cui spesso lo sport professionistico è sinonimo di eccessi e guadagni esorbitanti, questo gesto arriva come un vero e proprio shock positivo. Non solo perché coinvolge due generazioni di campioni del tennis italiano, ma soprattutto perché dimostra che il cuore può essere più forte del business.

Milano applaude, l’Italia si emoziona, e i bambini – quelli che tra qualche mese impugneranno una racchetta per la prima volta – sognano. E in fondo, è proprio questo il servizio più bello che si possa giocare.

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