MORTE IN PISCINA: Un’orca assassina improvvisamente scatta: gli ultimi momenti dell’addestratore ti perseguiteranno!

In una serie di eventi agghiaccianti, le orche assassine, solitamente affettuose e collaborative con i loro addestratori nei parchi di divertimento, hanno sconvolto il mondo diventando aggressive e attaccando mortalmente coloro con cui lavoravano. La tragica morte degli addestratori Alexis Martínez nel 2009 al Loro Parque in Spagna e Dawn Brancheau nel 2010 al SeaWorld in Florida ha sollevato interrogativi inquietanti sul perché queste creature intelligenti, come Keto e Tilikum, abbiano improvvisamente “scoppiato”. Nonostante la loro prigionia per tutta la vita e gli stretti legami con gli umani, le ragioni dei loro attacchi mortali rimangono un mistero. Questo articolo approfondisce questi strazianti episodi, esplora la vita delle orche e dei loro addestratori ed esamina le più ampie implicazioni della detenzione di questi maestosi animali in cattività, affascinando i lettori con un mix di tragedia, scienza e riflessione etica.

La tragedia del Loro Parque: Alexis Martínez e Keto

La vigilia di Natale del 2009, una normale sessione di addestramento al Loro Parque di Tenerife, in Spagna, si trasformò in un episodio mortale quando l’orca Keto attaccò e uccise il suo addestratore, Alexis Martínez, come riportato dal Mirror il 24 dicembre 2020. Martínez, un addestratore esperto di 29 anni, aveva lavorato a stretto contatto con Keto, un’orca di 14 anni nata in cattività nel 1995. Keto, che non aveva mai nuotato in mare aperto, aveva trascorso la vita esibendosi per i turisti nei parchi di divertimento degli Stati Uniti (San Diego, Ohio, Texas) prima di essere trasferito in Spagna nel 2006.

 

 

Keto era una delle attrazioni principali del Loro Parque, generando diversi cuccioli in cattività e attirando folle con le sue esibizioni. Martínez, che conosceva bene le orche e si trovava a suo agio con Keto, si stava preparando per uno spettacolo natalizio quando l’orca iniziò a comportarsi in modo insolito. Inizialmente, Keto eseguiva movimenti imprecisi, ma sembrava calmarsi, galleggiando accanto a Martínez. Tuttavia, un membro dello staff notò in seguito che Keto sembrava “attirare” Martínez in acqua. Mentre Martínez nuotava, Keto si avvicinò, ignorando i dispositivi di controllo utilizzati da un altro addestratore. In una sequenza terrificante, Keto trascinò Martínez sul fondo della piscina, riemerse brevemente per respirare, poi attaccò di nuovo, afferrandolo saldamente prima di rilasciare il suo corpo senza vita.

 

Nonostante i tentativi di attirare Keto in un’altra pozza, solo una rete riuscì a separare l’orca, permettendo ai soccorritori di recuperare il corpo di Martínez. L’autopsia rivelò ferite devastanti: emorragia interna, lacerazioni multiple agli organi vitali e segni di morsi. L’improvvisa aggressione di un’orca, descritta come collaborativa, lasciò il parco sbalordito, mentre la causa del comportamento di Keto rimaneva incerta. Questa tragedia, avvenuta appena due mesi prima di un altro attacco mortale di orca, scatenò un dibattito globale sulle orche assassine in cattività.

 

L’orrore di SeaWorld: Dawn Brancheau e Tilikum

Due mesi dopo la morte di Martínez, il 24 febbraio 2010, un’altra tragedia si verificò al SeaWorld di Orlando, in Florida, quando l’orca Tilikum uccise l’addestratrice senior Dawn Brancheau davanti a migliaia di spettatori inorriditi. Brancheau, un’addestratrice di fama con una laurea in psicologia e comportamento animale, lavorava al SeaWorld dal 1994, iniziando con i delfini prima di dedicarsi all’addestramento delle orche. Nota per il suo legame con Tilikum, un’enorme orca che aveva vissuto in cattività per oltre 30 anni, Brancheau era un’icona del SeaWorld, spesso presente nei materiali promozionali.

Durante un’esibizione, Brancheau era vicino a Tilikum quando lui la tirò improvvisamente in acqua. Quello che seguì fu terrificante: Tilikum la annegò, le morse il braccio sinistro e le causò gravi ferite, tra cui la frattura di costole, mandibola e danni al midollo spinale. L’autopsia confermò la morte per annegamento e trauma contundente. Per 45 minuti, Tilikum si rifiutò di liberare il corpo di Brancheau, costringendo gli allenatori a usare cibo, retini e distrazioni per recuperarla. Tilikum fu trasferita in una piscina appartata, non si esibì più in pubblico e morì nel gennaio 2017.

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