Nell’estate del 2012, Garrett Beckwith e la figlia diciannovenne Della intrapresero un’avventura alpinistica per conquistare il Monte Hooker, nella selvaggia catena montuosa Wind River del Wyoming. Per questo duo padre-figlia, uniti da un amore condiviso per la vita all’aria aperta, doveva essere un altro capitolo della loro storia di superamento dei limiti e creazione di ricordi. Ma l’implacabile cima di 3.800 metri aveva altri piani. Garrett e Della scomparvero senza lasciare traccia, lasciando dietro di sé un mistero inquietante che ha affascinato avventurieri, squadre di ricerca e soccorso e appassionati di attività all’aperto per oltre un decennio. Senza prove trovate nonostante ricerche esaustive, la parete granitica del Monte Hooker custodisce gelosamente i suoi segreti, alimentando speculazioni e struggimenti. Per gli appassionati di storie d’avventura vere su Facebook, questa storia d’amore, perdita e natura selvaggia è tanto avvincente quanto devastante. Immergiamoci nel viaggio dei Beckwith, nelle sfide del Monte Hooker e nell’enigma persistente della loro scomparsa.
Un legame padre-figlia forgiato nella natura selvaggia

Garrett Beckwith, un esperto amante della vita all’aria aperta, e sua figlia Della, una vivace diciannovenne, non erano estranei al richiamo della montagna. La loro passione condivisa per l’arrampicata e l’escursionismo li aveva portati ad attraversare paesaggi aspri, e ogni viaggio rafforzava il loro legame. Garrett, mentore e guida, insegnò a Della i trucchi del mestiere, in senso letterale e figurato, instillando in lei la capacità di affrontare salite ripide e il coraggio di affrontare l’imprevedibilità della natura. Della, a sua volta, portò con sé un’energia giovanile e una voglia intrepida di mettere alla prova i propri limiti, rendendoli una squadra formidabile. Come ha ricordato un amico di famiglia in un’intervista al Wyoming Tribune del 2013, “Garrett e Della erano due piselli in un baccello: sempre a pianificare la loro prossima scalata, sempre a caccia di avventure”.
Il loro viaggio al Monte Hooker nel 2012 era ambizioso, ma non per questo fuori dal comune. Situato nel cuore della catena montuosa Wind River, una dorsale di vette lunga 160 chilometri nel Wyoming occidentale, il Monte Hooker è il sogno e l’incubo di ogni scalatore. La sua parete nord, una parete di granito a strapiombo di 550 metri, è una delle salite più tecniche degli Stati Uniti continentali, che richiede trekking di più giorni attraverso fitte foreste e distese di massi solo per raggiungere la base. I Beckwith, imperterriti, la consideravano la prova definitiva. I post su X del 2012 mostrano l’entusiasmo di Della: “Diretto al Monte Hooker con papà, pronto per la sfida!” (@DellaClimbs). Per Garrett, era un’altra occasione per condividere la natura selvaggia con sua figlia, un legame che nessuna cima avrebbe potuto spezzare, o almeno così pensavano.
La brutale sfida del Monte Hooker: la sfida di uno scalatore
Il Monte Hooker, che si erge a 3.800 metri, è una bestia anche per gli scalatori più esperti. La sua posizione remota nella catena montuosa Wind River, a ore dalla strada più vicina, impedisce soccorsi rapidi o copertura cellulare. L’avvicinamento richiede giorni di escursioni con lo zaino in spalla attraverso terreni imprevedibili, con orsi grizzly, improvvise frane e condizioni meteorologiche imprevedibili che rappresentano minacce costanti. La parete nord, una lastra di granito verticale, richiede abilità tecniche avanzate: gli scalatori devono destreggiarsi tra fessure, strapiombi ed esposizione con tiri classificati fino a 5.11+ (sistema decimale di Yosemite). Come ha osservato Climbing Magazine in un articolo del 2014, “l’isolamento e l’esposizione del Monte Hooker non lasciano alcun margine di errore: un passo falso può essere fatale”.
Il meteo è il jolly della montagna. I temporali estivi possono arrivare senza preavviso, facendo scendere le temperature fino allo zero e trasformando il granito in un manto scivoloso con pioggia o ghiaccio. I dati del National Weather Service del 2012 relativi al Wyoming mostrano che temporali a luglio con venti a 80 km/h hanno colpito la catena montuosa del Wind River, cogliendo potenzialmente di sorpresa gli scalatori. Per Garrett e Della, avvistati l’ultima volta all’inizio della loro ascesa il 12 luglio 2012, secondo i rapporti dello sceriffo della contea di Fremont, queste condizioni avrebbero potuto essere catastrofiche. La loro attrezzatura – corde standard, camme e zaini leggeri, secondo i resoconti dei familiari – era adatta a un approccio rapido e leggero, ma offriva poca protezione contro l’esposizione prolungata. Come ipotizza r/WyomingWilderness su Reddit, “La parete nord dell’Hooker è una trappola mortale se si viene sorpresi da una tempesta”.
La ricerca che non ha trovato nulla: un mistero si infittisce
Quando Garrett e Della non sono tornati per il check-in previsto per il 18 luglio, la famiglia ha allertato le autorità. L’ufficio dello sceriffo della contea di Fremont ha avviato una massiccia operazione di ricerca e soccorso, una delle più grandi nella storia di Wind River. Per tre settimane, gli elicotteri hanno perlustrato le cime, i cani hanno fiutato i sentieri e le squadre di terra hanno rastrellato 130 chilometri quadrati di terreno accidentato. Gli scalatori che conoscevano il Monte Hooker si sono uniti ai volontari, scendendo in corda doppia su percorsi pericolosi per controllare crepacci e detriti. Nonostante lo sforzo – costato oltre 200.000 dollari, secondo la Wyoming Public Radio – non è stata trovata alcuna traccia. Nessuna attrezzatura, nessuna traccia, nessun corpo. Come ha detto lo sceriffo Ryan Lee al Casper Star-Tribune nell’agosto 2012, “È come se fossero scomparsi nella montagna”.
L’assenza di prove ha dato origine a infinite teorie. Alcuni alpinisti, secondo Alpinist Magazine, credono che una caduta sulla parete nord li abbia fatti finire in un crepaccio o seppelliti sotto rocce friabili, cosa comune sui pendii instabili dell’Hooker. Altri indicano una tempesta che li ha disorientati, costringendoli forse a una deviazione fatale nelle valli labirintiche della catena. Un articolo del 2015 di Outside Magazine ha parlato di ipotermia dopo un improvviso cambiamento del tempo, sottolineando che la corporatura più leggera di Della (1,63 m, 55 kg) era vulnerabile. Post più speculativi su X (@WildernessMysteries) suggeriscono la presenza di animali selvatici o di attività illecite, sebbene non siano state confermate attività di orsi o tracce umane. La lontananza – 40 km dal sentiero più vicino – significa che le prove potrebbero rimanere nascoste per sempre. Come ha lamentato un volontario del SAR, “Hooker è troppo vasto, troppo crudele. Ingoia ciò che vuole”.
Un’eredità di amore e perdita: l’impatto duraturo dei Beckwith
Per la famiglia Beckwith, la mancanza di una conclusione è un dolore incessante. Garrett, 48 anni, era un insegnante di scienze al liceo di Lander, nel Wyoming, noto per ispirare i ragazzi con i racconti delle sue scalate. Della, matricola all’Università del Wyoming, era una stella nascente nella comunità degli scalatori, con un blog che raccontava le sue scalate. La loro scomparsa ha lasciato un vuoto a Lander, dove le veglie annuali attirano centinaia di persone, secondo Wyoming News. Un fondo commemorativo del 2013 a loro nome sostiene programmi all’aperto per i giovani, raccogliendo 50.000 dollari entro il 2025. “Vivevano per la montagna”, ha detto la moglie di Garrett, Sarah, a NPR nel 2014. “È così che li onoriamo: mantenendo vivo il loro spirito”.
Anche il mondo dell’arrampicata non ha dimenticato. La parete nord del Monte Hooker, soprannominata “The Beckwith Route” dalla gente del posto, è un pellegrinaggio per gli avventurieri che le rendono omaggio. I post su X (@ClimbWyoming) la definiscono “una testimonianza del loro coraggio”. Eppure, il mistero aleggia come un’ombra. È stata una caduta? Una tempesta? Un errore di calcolo? Il silenzio della Wind River Range non offre risposte, solo domande che aleggiano su forum e falò. Come ha scritto Climbing.com nel 2022, “Garrett e Della fanno ormai parte del mito di Hooker: eroi perduti nella natura selvaggia”.
Contesto più ampio: i rischi e le ricompense delle grandi avventure
La storia dei Beckwith sottolinea la natura insidiosa dell’alpinismo in alta quota. La catena montuosa Wind River, con 19 cime oltre i 4.000 metri, vede decine di missioni SAR all’anno: 12 solo nel 2012, secondo i dati SAR del Wyoming. A livello nazionale, l’American Alpine Club segnala 0,13 decessi ogni 1.000 giorni di arrampicata negli Stati Uniti, con cadute (40%) e condizioni meteorologiche (25%) come cause principali. La parete nord del Monte Hooker, con un tasso di successo in vetta del 10% (Rock and Ice, 2015), è un duro monito: alla natura non importano abilità o passione. Eppure, per scalatori come Garrett e Della, il rischio è il punto: l’opportunità di toccare il sublime, di mettere alla prova i limiti umani contro la roccia e il cielo. La loro storia risuona su Facebook, dove gruppi di avventurieri come “Wilderness Warriors” la condividono sia come monito che come ispirazione.
La scomparsa di Garrett e Della Beckwith sul Monte Hooker è un capitolo straziante negli annali dell’alpinismo americano. Il loro amore reciproco e la natura selvaggia li hanno spinti sulla vetta più impervia del Wyoming, solo per vederli travolgere dalle sue fauci granitiche senza lasciare traccia. Oltre un decennio dopo, il mistero persiste: sono caduti, si sono congelati o si sono persi? Per i fan su Facebook, la loro storia è un richiamo alla natura selvaggia e un serio promemoria del suo costo. Mentre la catena montuosa del Wind River incombe, inflessibile, custodisce l’eredità di Garrett e Della: non solo una tragedia, ma la testimonianza di un legame forgiato nell’avventura. Cosa pensate sia successo durante quella fatidica scalata?