🔴 “È LUI! Alessandro Venturelli È STATO RITROVATO!” – La mamma sconvolge tutti con la notizia poco fa 😱

La ricerca di Alessandro Venturelli, il giovane scomparso il 5 dicembre 2020 a Sassuolo, ha ricevuto un nuovo e drammatico impulso che potrebbe finalmente portare alla svolta tanto attesa. Roberta Carassai, la madre instancabile che ha dedicato gli ultimi cinque anni della sua vita alla ricerca del figlio, ha lanciato un appello urgente sui social network dopo una segnalazione anonima che ha riacceso la speranza nel cuore di migliaia di persone.

Un giovane, che potrebbe essere proprio Alessandro, è stato avvistato nei pressi del Duomo di Torino, tra via Milano e via 20 Settembre, in una zona centrale e frequentata della città piemontese. La notizia, diffusa rapidamente online, ha già superato le 4.000 condivisioni in poche ore, dimostrando l’enorme solidarietà della comunità italiana e non solo.

Tutto è iniziato con una testimonianza raccolta da alcuni passanti: un ragazzo dall’aspetto simile a quello di Alessandro Venturelli chiedeva del cibo e sembrava trovarsi in evidenti difficoltà. Non aveva documenti, non parlava molto, ma i tratti del viso e il modo di muoversi hanno fatto scattare l’allarme in chi lo ha osservato.

 Roberta Carassai, che non ha mai smesso di credere nel ritorno del figlio, ha immediatamente condiviso le immagini più recenti di Alessandro, elaborate digitalmente per mostrare come potrebbe apparire oggi, a 23 anni. Oltre alle foto, ha diffuso un elenco dettagliato dei segni particolari: una cicatrice sul sopracciglio sinistro, un tatuaggio piccolo sul polso destro con la scritta “Nostos”, e una corporatura media con capelli castani tendenti al riccio. Questi dettagli sono fondamentali per un riconoscimento certo, soprattutto in una grande città come Torino dove ogni giorno transitano migliaia di persone.

La scomparsa di Alessandro Venturelli risale al 5 dicembre 2020, quando il ragazzo, allora 18enne, uscì di casa a Sassuolo per una passeggiata e non fece più ritorno. Da quel momento, la vita di Roberta Carassai è diventata una missione: indagini private, appelli televisivi, collaborazioni con associazioni e persino la fondazione di “Nostos”, un’organizzazione no-profit dedicata al supporto delle famiglie di persone scomparse. Nonostante le numerose richieste di archiviazione del caso da parte della Procura – l’ultima presentata a luglio 2025 – Roberta ha sempre opposto un fermo rifiuto, sostenendo che non esistono prove concrete della morte del figlio e che troppe piste restano ancora inesplorate.

L’avvistamento torinese arriva in un momento cruciale. Negli ultimi mesi, Roberta aveva intensificato le ricerche nel Nord Italia, seguendo segnalazioni sporadiche che collocavano Alessandro in Piemonte e Lombardia. La nuova testimonianza, però, è la più credibile finora: non solo per la somiglianza fisica, ma anche per il comportamento del giovane, che corrisponde al profilo psicologico tracciato dagli esperti.

 Alessandro, infatti, soffriva di un lieve disturbo dissociativo prima della scomparsa, e potrebbe aver perso la memoria o scelto di vivere ai margini della società. “Mio figlio non è morto, lo sento nel cuore. Ogni segnalazione è una possibilità, e questa volta potrebbe essere quella giusta”, ha scritto Roberta nel suo post su Facebook, accompagnato da un video emotivo in cui invita tutti a prestare attenzione.

Per facilitare il riconoscimento, l’associazione Nostos ha attivato una linea telefonica dedicata (numero verde 800-911-920) e un indirizzo email (info@nostositalia.it) dove chiunque può inviare foto, video o informazioni utili. Inoltre, è stata creata una mappa interattiva sul sito web dell’associazione, che mostra in tempo reale le zone di Torino dove è stato segnalato il ragazzo. Le autorità locali, contattate immediatamente dopo la diffusione della notizia, hanno intensificato i controlli nella zona del Duomo, con pattuglie della Polizia Municipale e volanti della Questura che setacciano vie adiacenti come via Garibaldi e Piazza Castello.

La mobilitazione della comunità è stata straordinaria. Gruppi di volontari si sono organizzati spontaneamente per distribuire volantini con la foto di Alessandro in stazioni, mercati e centri commerciali. Anche i social media hanno giocato un ruolo chiave: l’hashtag #TrovateAlessandro è entrato nelle tendenze italiane di X (ex Twitter) e Instagram, raggiungendo milioni di visualizzazioni. Celebrità e influencer hanno condiviso l’appello, amplificando la portata della ricerca. “Ogni condivisione può salvare una vita. Non sottovalutate il potere di un semplice gesto”, ha commentato una nota conduttrice televisiva, contribuendo a mantenere alta l’attenzione.

Ma dietro questa ondata di solidarietà c’è anche il dolore di una madre che combatte contro il tempo e la burocrazia. Roberta Carassai ha raccontato in diverse interviste come la scomparsa di Alessandro abbia stravolto la sua esistenza: “Ho perso il sonno, ho perso amici, ho perso parte di me stessa. Ma non perderò la speranza. Nostos non è solo il nome della mia associazione, è la parola greca per ‘ritorno a casa’, e io credo che mio figlio tornerà”. L’associazione, nata nel 2022, ha già aiutato oltre 50 famiglie in situazioni simili, offrendo supporto psicologico, legale e operativo. Grazie a donazioni e crowdfunding, Nostos ha finanziato indagini private e campagne di sensibilizzazione in tutta Italia.

L’avvistamento di Torino rappresenta una fase critica della ricerca. Se confermato, potrebbe chiudere un capitolo doloroso durato cinque anni; in caso contrario, rafforzerà la determinazione di Roberta a continuare. Le autorità invitano chiunque si trovi nella zona a prestare la massima attenzione: un ragazzo tra i 20 e i 25 anni, altezza circa 1,75 m, corporatura snella, capelli castani, possibile cicatrice sul sopracciglio. Qualsiasi dettaglio, anche il più piccolo, potrebbe essere decisivo.

La storia di Alessandro Venturelli e della sua instancabile madre è diventata simbolo di resilienza e amore materno. In un’epoca di distrazioni digitali, ricorda l’importanza di guardare negli occhi chi ci circonda, di fermarsi un attimo in più, di ascoltare una richiesta di aiuto. La comunità si è mobilitata come mai prima: volontari, forze dell’ordine, cittadini comuni uniti da un solo obiettivo. Ogni minuto conta, ogni sguardo potrebbe essere quello giusto.

Roberta conclude il suo appello con una frase che riassume cinque anni di lotta: “Alessandro, se mi stai leggendo, mamma ti sta cercando. Torna a casa”. La ricerca entra in una nuova fase, e il Duomo di Torino potrebbe essere il punto di svolta. Restate aggiornati, condividete, osservate. Perché talvolta il destino di una persona dipende da un gesto di solidarietà.

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