questo articolo affronta eventi storici che hanno comportato violenze estreme, crimini di guerra e l’Olocausto, tra cui l’omicidio di donne e bambini, che potrebbero essere profondamente angoscianti. Il suo scopo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle atrocità del regime nazista e sull’importanza della responsabilità, incoraggiando la riflessione sui diritti umani e sulla prevenzione del genocidio.
Elsa Ehrich (1914–1948), sorvegliante delle SS, prestò servizio nei campi di concentramento di Ravensbrück e Majdanek durante la Seconda Guerra Mondiale, dove fu coinvolta nella selezione dei prigionieri per le camere a gas e nelle violenze quotidiane. Come sorvegliante capo del campo femminile di Majdanek, contribuì alla morte di migliaia di persone, compresi bambini adescati con dolcetti prima della gassazione.
Condannata al Processo di Majdanek nel 1946, fu giustiziata per impiccagione il 4 luglio 1948. Questa analisi, basata su fonti verificate come il Museo Statale di Majdanek e gli atti processuali, fornisce una panoramica oggettiva del background, del servizio, dei crimini e del processo di Ehrich, stimolando il dibattito sulla complicità nazista e sul valore della giustizia nel preservare la dignità umana.

Primi anni di vita ed ingresso nelle SS
Elsa Ehrich nacque l’8 marzo 1914 a Bredereiche, in Germania, durante l’Impero tedesco. Di famiglia operaia, si formò come infermiera prima di schierarsi con il regime nazista. La Seconda Guerra Mondiale scoppiò il 1° settembre 1939 con l’invasione della Polonia, che aumentò la richiesta di personale per i campi.
Il 15 agosto 1940, Ehrich si offrì volontaria come guardia delle SS a Ravensbrück, il principale campo femminile nazista, inaugurato nel maggio 1939. Ravensbrück ospitò 132.000 donne provenienti da tutta Europa – polacche, russe, ebree, rom e altre – e oltre 92.000 morirono per fame, malattie ed esecuzioni. Come guardia, Ehrich apprese le routine del campo, basate sui lavori forzati e sulla disciplina.
Trasferimento a Majdanek e ruolo di sorvegliante
A metà ottobre del 1942, un disaccordo con la supervisore senior Maria Mandel determinò il trasferimento di Ehrich al campo di concentramento di Majdanek, nella Polonia occupata. Majdanek, in continua costruzione, ospitò principalmente prigionieri ebrei dall’aprile del 1942 al novembre del 1943. Dall’inverno 1941-1942, le autorità utilizzarono lo Zyklon B in camere a gas improvvisate per uccidere coloro che erano troppo deboli per lavorare, con gasazioni di massa dall’ottobre del 1942 alla fine del 1943 che causarono decine di migliaia di vittime.
Ehrich divenne la responsabile femminile del campo femminile, rispondendo al comandante ma coordinandosi con il Dipartimento Politico e l’amministrazione dei prigionieri. Insieme alla vice Hermine Braunsteiner, effettuava gli appelli giornalieri e assegnava le donne ai gruppi di lavoro, imponendo condizioni di lavoro severe.
Majdanek aveva tre camere a gas: due piccole per 150 persone e una più grande per 300, che utilizzavano lo Zyklon B o monossido di carbonio. Ehrich partecipò alle selezioni, determinando chi sarebbe stato destinato alle camere a gas.
Crimini a Majdanek

Le testimonianze dei sopravvissuti ai processi del dopoguerra descrissero la brutalità di Ehrich. Picchiava i prigionieri durante gli appelli e i lavori forzati, contribuendo a causarne la morte per sfinimento e ferite. Il caso più noto è quello di quando attirava i bambini verso camion carichi di cacao e caramelle, promettendo loro dolcetti, per poi spedirli ai forni crematori.
Un sopravvissuto ha ricordato: “Per attirarli, portava cacao e caramelle alle baracche dei bambini, e un attimo dopo arrivavano i camion. I bambini ebrei salivano sorridenti, ancora con le caramelle in mano. I camion si dirigevano dritti al forno crematorio”.
Le azioni di Ehrich facilitarono l’uccisione di migliaia di donne e bambini, in linea con il ruolo di Majdanek nella “Soluzione finale”, in cui morirono in totale tra 80.000 e 110.000 persone.
Cattura del dopoguerra e processi di Majdanek
L’Armata Rossa liberò Majdanek il 23 luglio 1944. Ehrich fuggì, sfuggendo alla cattura fino al 1945. Processata al primo processo di Majdanek a Lublino (25 novembre-30 dicembre 1946), fu una dei 18 imputati, tra cui il comandante Karl Koch. Le testimonianze dei sopravvissuti descrissero dettagliatamente le sue selezioni e i suoi abusi.
Condannata per crimini di guerra e crimini contro l’umanità, Ehrich fu condannata a morte per impiccagione. Il verdetto enfatizzò il suo ruolo diretto nelle gasazioni e negli omicidi di bambini.
Il servizio di Elsa Ehrich a Majdanek, segnato da selezioni e inganni sui minori che portarono alle camere a gas, contribuì a decine di migliaia di morti. La sua esecuzione nel 1948, insieme ad altri membri dello staff, confermò la responsabilità dei responsabili dell’Olocausto.
Per gli appassionati di storia, la storia di Ehrich sottolinea il ruolo delle donne nei crimini nazisti e la necessità della giustizia. Fonti verificate come il Museo Statale di Majdanek garantiscono una memoria accurata, promuovendo i diritti umani e la vigilanza contro la discriminazione per prevenirne il ripetersi.