La serata che doveva concludersi con una semplice vittoria in amichevole contro lo St. Gilloise si è trasformata in un vero terremoto interno per l’Inter. Nel tunnel che porta agli spogliatoi, Denzel Dumfries, visibilmente esaltato dopo aver trovato la rete, avrebbe pronunciato parole destinate a lasciare il segno: “Guardati allo specchio, Thuram! La luce dei riflettori deve essere su di me, non su di te.” Una frase che ha colpito come una pugnalata e che, secondo diverse fonti vicine al club, ha fatto esplodere una tensione latente tra i due giocatori.
Il difensore olandese, già noto per il suo carattere impulsivo e diretto, si sentirebbe da tempo sottovalutato rispetto a Marcus Thuram, diventato uno dei simboli della nuova Inter di Simone Inzaghi. Dopo la partita, visibilmente irritato per essere partito ancora una volta dalla panchina, Dumfries avrebbe sfogato la sua frustrazione con parole dure, accusando implicitamente Thuram di ricevere troppi elogi a discapito degli altri. “Faccio il mio dovere, segno, corro, spingo la squadra in avanti, ma sembra che qui conti solo lui,” avrebbe detto con tono polemico, davanti a compagni e membri dello staff.
La reazione di Thuram non si è fatta attendere. L’attaccante francese, solitamente misurato e riservato, avrebbe risposto in maniera secca e tagliente: “Il campo parla, non le parole.” La tensione è salita immediatamente. Testimoni presenti nello spogliatoio raccontano di uno scontro verbale durissimo, con i due calciatori separati solo dall’intervento di alcuni compagni e dei membri dello staff tecnico. Simone Inzaghi, informato subito dell’accaduto, sarebbe intervenuto personalmente per riportare la calma e richiamare entrambi all’ordine.
La notizia dell’episodio si è rapidamente diffusa all’interno dell’ambiente nerazzurro, arrivando anche ai dirigenti. Secondo quanto trapelato, l’amministratore delegato Giuseppe Marotta e il direttore sportivo Piero Ausilio avrebbero convocato un incontro straordinario per discutere del caso. “Non possiamo permetterci crepe nello spogliatoio in questo momento della stagione,” avrebbe detto uno dei dirigenti, evidenziando la preoccupazione per l’impatto che l’incidente potrebbe avere sul morale della squadra.
L’ambiente all’Inter, già sotto pressione per gli impegni ravvicinati in campionato e in Champions League, è ora attraversato da un clima pesante. Dumfries, da parte sua, si è presentato all’allenamento del giorno seguente con un atteggiamento apparentemente sereno, ma le telecamere presenti ad Appiano Gentile hanno colto sguardi tesi tra lui e Thuram. I due non si sarebbero parlati per tutta la sessione, lavorando in gruppi separati su richiesta dello staff tecnico.
Secondo alcune fonti, Inzaghi starebbe valutando un confronto diretto tra i due, ma solo dopo che le acque si saranno calmate. “La priorità è proteggere il gruppo e l’immagine del club,” avrebbe confidato un collaboratore dell’allenatore. Tuttavia, all’interno dello spogliatoio non mancano i malumori. Alcuni giocatori avrebbero espresso solidarietà a Thuram, considerandolo un esempio di professionalità, mentre altri comprendono la frustrazione di Dumfries, spesso sacrificato nonostante il suo rendimento costante.
La stampa sportiva italiana ha reagito con clamore. I titoli dei giornali del mattino parlano di “spogliatoio in fiamme” e di “tensione all’Inter”, sottolineando come un episodio simile possa incrinare l’equilibrio di una squadra finora unita. Sui social, i tifosi si sono divisi: c’è chi difende Dumfries, ritenendolo vittima di un sistema che privilegia le stelle mediatiche, e chi invece lo accusa di mancanza di rispetto verso un compagno che ha sempre risposto con i fatti sul campo.
In attesa di comunicazioni ufficiali, resta l’impressione che qualcosa si sia incrinato nell’ambiente nerazzurro. Le parole di Dumfries, pronunciate forse in un momento di rabbia e frustrazione, hanno aperto una ferita difficile da rimarginare. Inzaghi e lo staff dovranno ora lavorare non solo sul piano tecnico, ma anche su quello psicologico, per ricostruire la coesione del gruppo. Perché, come spesso accade nel calcio, una scintilla di ego può bastare per incendiare un’intera stagione.