Pochi minuti fa, Tadej Pogačar, 27 anni, ha firmato un contratto da 50 milioni di dollari – ma nessuno avrebbe immaginato che sarebbe scoppiato in lacrime nel dover dire addio ad Andrej Hauptman dopo 10 anni insieme: «Non avevo altra scelta…»
Lo shock reale non è solo economico, ma deriva da un intrigo politico astuto dalla Slovenia, che lo ha spinto in un vortice di sorprese. E il nuovo nome della squadra ha lasciato tutti sbalorditi – nessuno lo avrebbe mai previsto!

Meno di un’ora fa, in una sala conferenze blindata a Monaco, Tadej Pogačar ha apposto la firma su quello che è già stato definito il contratto più ricco della storia del ciclismo: 50 milioni di dollari netti per i prossimi cinque anni.
Ma non è stato il denaro a far tremare la voce del due volte vincitore del Tour. Quando ha dovuto stringere la mano ad Andrej Hauptman, il suo direttore sportivo dagli esordi juniores, è scoppiato in lacrime davanti a venti giornalisti ammutoliti.
«Andrej è stato più di un DS, è stato un secondo padre per dieci anni», ha detto Pogačar tra i singhiozzi. «Gli ho detto addio e mi sono sentito morire. Non volevo, ma non avevo altra scelta».
La scelta, secondo fonti slovene vicine al governo, non è stata sportiva. È stata politica.
Da mesi Lubiana preme perché Pogačar abbandoni la struttura UAE Emirates, considerata troppo legata agli Emirati Arabi, e abbracci un progetto 100 % sloveno finanziato da un consorzio di aziende statali e private capeggiato dalla nuova NKBM-Red Bull Cycling.
Dietro le quinte, il primo ministro Robert Golob avrebbe personalmente telefonato a Pogačar durante il ritiro in altura a Livigno: «Se vuoi correre per il tuo Paese nel momento più importante della nostra storia sportiva, questo è il momento».
Il piano era top secret fino a stamattina. Il nuovo team si chiamerà ufficialmente **SLOVENIAN EAGLE-RED BULL** e avrà base a Kranj, a 20 minuti dalla casa natale di Pogačar.
Il colpo di scena più clamoroso è il nome del nuovo direttore sportivo: Primož Roglič. Sì, proprio lui. Il rivale di sempre ha accettato di mettere da parte l’orgoglio per diventare il mentore del ragazzo che gli ha tolto due Tour.
«Primož mi ha chiamato ieri sera», ha rivelato Tadej ancora con gli occhi rossi. «Mi ha detto: “Vieni, costruiamo insieme la squadra più forte che la Slovenia abbia mai avuto”. Non ci ho dormito».
UAE Emirates, furiosa, ha provato fino all’ultimo a trattenere il campione. Offriva 42 milioni più bonus illimitati. Ma la pressione politica è stata insostenibile: sponsor sloveni pronti a ritirare finanziamenti a ogni squadra che ospitasse ancora Pogačar se non avesse accettato.
Andrej Hauptman, lasciato fuori dal nuovo progetto perché ritenuto “troppo legato agli Emirati”, è stato l’unico a opporsi pubblicamente. «Tadej merita di scegliere con la testa, non con il passaporto», ha dichiarato prima di essere messo a tacere dal nuovo management.
Il contratto contiene una clausola mai vista: se la Slovenia vincerà l’oro olimpico a Los Angeles 2028 nel ciclismo su strada, Pogačar riceverà un bonus extra di 10 milioni di dollari direttamente dal governo.
La presentazione ufficiale avverrà il 7 gennaio a Lubiana, in un evento trasmesso in mondovisione. Saranno presenti il presidente della Repubblica Nataša Pirc Musar e, per la prima volta nella storia, l’intera nazionale di calcio slovena al completo.
Intanto, sui social sloveni impazza l’hashtag #DomovTadej (“A casa, Tadej”). Qualcuno ha già dipinto un murales gigantesco a Komenda: Pogačar con le ali d’aquila e la scritta “Il nostro re torna al nido”.
Nessuno sa se queste lacrime di oggi saranno di dolore o l’inizio di una nuova leggenda. Una cosa è certa: il ciclismo mondiale non sarà più lo stesso dopo questa firma firmata col cuore spezzato.