Elisabeth Volkenrath (1919–1945) prestò servizio come guardia in diversi campi di concentramento nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, tra cui Ravensbrück, Auschwitz e Bergen-Belsen. Le sue azioni contribuirono alla sofferenza dei prigionieri, portando alla sua condanna al Processo di Belsen nel 1945. Condannata a morte per crimini di guerra, fu giustiziata per impiccagione il 13 dicembre 1945.
Questa analisi, basata su verbali processuali e fonti storiche, fornisce una panoramica oggettiva del suo coinvolgimento nei campi e nei procedimenti giudiziari, a scopo didattico per comprendere il ruolo delle persone nell’era dell’Olocausto.

Primi anni di vita e ingresso nel sistema dei campi
Elisabeth Volkenrath nacque il 5 settembre 1919. Iniziò il suo servizio come guardia nel campo di concentramento di Ravensbrück nel 1941, uno dei principali campi di prigionia femminile. Nel marzo del 1942 fu trasferita ad Auschwitz, nella Polonia occupata, dove ottenne ruoli di supervisore senior. I documenti storici del Memoriale di Auschwitz indicano che partecipava alle operazioni quotidiane, inclusa la supervisione dei prigionieri.
Servizio ad Auschwitz

Ad Auschwitz, Volkenrath ricoprì posizioni di autorità, collaborando alle selezioni e all’amministrazione del campo. Le testimonianze dei sopravvissuti ai processi del dopoguerra descrivono la sua rigorosa disciplina. Le condizioni ad Auschwitz erano dure, con oltre 1,1 milioni di prigionieri detenuti tra il 1940 e il 1945 e circa 1 milione di morti a causa delle camere a gas, dei lavori forzati, della fame e delle malattie.
Trasferimento a Bergen-Belsen
Nel gennaio 1945, mentre le forze sovietiche si avvicinavano ad Auschwitz, Volkenrath fu trasferita a Bergen-Belsen, dove arrivò il 5 febbraio. Prestò servizio sotto il comandante Josef Kramer fino alla liberazione del campo da parte delle forze britanniche, il 15 aprile 1945. Bergen-Belsen ospitò oltre 60.000 prigionieri al momento della liberazione, con circa 13.000 morti per tifo e fame negli ultimi mesi. Testimoni riferirono di continui maltrattamenti, tra cui percosse, anche dopo la fine della guerra.
Volkenrath fu tra i prigionieri catturati insieme a Kramer e Johanna Bormann poco dopo la liberazione.
Il processo Belsen

Il processo di Belsen, celebratosi a Lüneburg dal 17 settembre al 30 novembre 1945, vide processati 45 ex membri del personale di Bergen-Belsen, Auschwitz e altri campi. Organizzato dalle autorità militari britanniche, affrontò crimini di guerra come maltrattamenti e uccisioni.
Volkenrath fu accusata di aver partecipato alle selezioni per le camere a gas ad Auschwitz e di aver commesso abusi a Belsen. Negò di aver usato armi diverse dagli schiaffi, sostenendo un coinvolgimento limitato. Tuttavia, oltre 100 testimoni, tra cui sopravvissuti, fornirono prove del suo ruolo nei pestaggi e nelle selezioni.
Il 17 novembre 1945 il tribunale la condannò per molteplici capi d’accusa, condannandola a morte per impiccagione insieme ad altre 10 persone, tra cui Kramer e Irma Grese.
Esecuzione
Il 13 dicembre 1945, Volkenrath, all’età di 26 anni, fu giustiziato nella prigione di Hamelin dal boia britannico Albert Pierrepoint. Le impiccagioni furono eseguite con efficienza, segnando una delle prime esecuzioni di personale nazista nel dopoguerra.
Il caso di Elisabeth Volkenrath rientrava in un più ampio sforzo per assicurare il personale del campo alle proprie responsabilità dopo l’Olocausto, che costò la vita a sei milioni di ebrei e a milioni di altri. Il processo di Belsen stabilì precedenti per perseguire i responsabili di medio livello sulla base delle prove fornite dai sopravvissuti. Questo resoconto storico mira a informare sul processo legale e sulle condizioni del campo, incoraggiando lo studio di fonti affidabili come l’United States Holocaust Memorial Museum per onorare le vittime e promuovere i diritti umani.