Avvertenza sui contenuti: questo articolo tratta di eventi storici che coinvolgono tradimento, collaborazionismo e procedimenti legali legati alla Seconda Guerra Mondiale. Il suo scopo è quello di sensibilizzare sulla complessità delle lealtà in tempo di guerra e sull’importanza della responsabilità.
John Amery (1912–1945), figlio dello statista britannico Leo Amery, divenne un noto fascista e collaborazionista nazista durante la Seconda Guerra Mondiale. Rifiutando il suo background privilegiato, trasmise propaganda per la Germania e propose il British Free Corps, un’unità delle Waffen-SS composta da prigionieri di guerra britannici. Condannato per tradimento, fu giustiziato per impiccagione il 19 dicembre 1945. Questa analisi, basata su fonti verificate come Wikipedia e biografie storiche, fornisce una panoramica oggettiva della vita di Amery, delle sue azioni in tempo di guerra e del suo processo, per promuovere il dibattito sui pericoli dell’estremismo ideologico e sul valore dei principi democratici.

Primi anni di vita e contesto familiare
John Amery nacque il 14 marzo 1912 a Chelsea, Londra, uno dei due figli di Leo Amery, un importante parlamentare conservatore e futuro ministro, e di sua moglie, Florence Greenwood, sorella del I visconte Greenwood. La madre di Leo proveniva dal quartiere ebraico di Budapest, ma lui nascose le sue origini per avanzare in politica. John crebbe nell’agiatezza, ma mostrò presto segni di ribellione, rifiutando gli studi a Oxford per dedicarsi all’industria cinematografica.
L’infanzia di Amery fu segnata da privilegi e instabilità. Lavorò brevemente come assistente alla regia, ma sprecò gli investimenti in progetti fallimentari come il film africano Jungle Skies , il cui budget era di 100.000 sterline. A 21 anni, sposò Una Eveline Wing, un’attrice con un noto passato da prostituta, in Grecia, e si stabilì a Parigi. Il loro stile di vita, finanziato da prestiti e oggetti di valore dati in pegno, mise a dura prova i legami familiari, con John che si rivolgeva costantemente al padre per ottenere denaro.
Tendenze fasciste e attività prebelliche
Fervente anticomunista, Amery abbracciò il fascismo negli anni ’30, considerandolo l’antidoto al bolscevismo. Si trasferì in Spagna nel 1936, trafficando armi per i nazionalisti di Franco durante la guerra civile spagnola. Tornato a Parigi, visse nel lusso, frequentando circoli di estrema destra. Nel 1939, con l’avvicinarsi della Seconda Guerra Mondiale, le simpatie di Amery si orientarono verso l’Asse, influenzate dal suo disprezzo per la democrazia britannica e dall’ammirazione per l’autoritarismo.
La statura politica del padre contrastava con l’instabilità di John; Leo lo descrisse come “anormale”, con 74 condanne per guida in stato di ebbrezza entro il 1936. Il matrimonio di Amery con Una, che lui sosteneva fosse ricca per attirare i creditori, mise in luce le sue tendenze manipolatrici.
Collaborazione con i nazisti in tempo di guerra

Dopo la caduta della Francia nel giugno 1940, Amery rimase nel territorio di Vichy, evitando l’internamento. Nel 1942 si recò a Berlino, offrendo il suo contributo come propagandista. Il 19 novembre 1942, trasmise alla radio tedesca, spacciandosi per un patriota inglese: “Gli ascoltatori si chiederanno cosa ci faccia un inglese alla radio tedesca stasera”. Denunciò la Gran Bretagna e si arruolò nel British Free Corps (BFC), un’unità delle Waffen-SS composta da prigionieri di guerra britannici e del Dominion, sebbene ne reclutasse solo 27.
I discorsi di Amery, presentati come un esempio di patriottismo anticomunista, miravano a demoralizzare le truppe britanniche. Visitò i campi di prigionia, ma i suoi sforzi ebbero scarsi risultati. Catturato dai partigiani italiani vicino a Como il 25 aprile 1945, insieme all’amante Michelle Thomas, fu consegnato alle autorità alleate a Milano.
Processo ed esecuzione
Estradato in Gran Bretagna, Amery dovette affrontare accuse di tradimento ai sensi del Treason Act del 1945. In un’udienza preliminare, il 28 novembre 1945, si dichiarò colpevole di otto capi d’accusa, sostenendo che le sue azioni erano ideologiche, non criminali. Il giudice Humphreys respinse questa accusa, condannandolo a morte: “Ora sei un traditore confesso del tuo Re e del tuo Paese e hai perso la vita”.
Impiccato nella prigione di Wandsworth il 19 dicembre 1945 da Albert Pierrepoint, Amery affrontò la sua fine con compostezza. Pierrepoint in seguito lo definì “l’uomo più coraggioso” che avesse giustiziato. Il rapido processo di Amery risparmiò alla sua famiglia un lungo calvario, sebbene Leo chiedesse clemenza, adducendo motivazioni ideologiche simili ai casi sudafricani.

La discesa di John Amery da figlio privilegiato a propagandista nazista e la sua esecuzione nel 1945 mettono in luce i seducenti pericoli dell’estremismo. Le sue trasmissioni e la proposta del BFC, sebbene inefficaci, simboleggiavano il prezzo del tradimento. Per gli appassionati di storia, la sua storia invita a riflettere sull’influenza dell’eredità familiare, sulla radicalizzazione in tempo di guerra e sul ruolo della giustizia nella democrazia. Esaminando fonti verificate, rendiamo omaggio alle vittime del fascismo, promuovendo i diritti umani e la vigilanza contro le minacce della discriminazione.