GLI ULTIMI MOMENTI VIGLIACCHI DEL MOSTRO DEL CREMATORIO: Muhsfeldt – Il macellaio nazista psicopatico che provava piacere a bruciare vivi i prigionieri ad Auschwitz, causando la morte di migliaia di innocenti.

Avvertenza sui contenuti : questo articolo tratta di eventi storici che hanno comportato violenze estreme e crimini di guerra durante l’Olocausto, il che potrebbe essere angosciante. Il suo scopo è quello di informare sulle atrocità del regime nazista e sull’importanza della responsabilità, incoraggiando la riflessione sui diritti umani e sulla prevenzione del genocidio.

Erich Muhsfeldt (1913–1948), ufficiale delle SS tedesche, prestò servizio nelle Waffen-SS e in seguito come boia ad Auschwitz-Birkenau, dove fu coinvolto nella morte di migliaia di persone tramite fucilazioni e cremazioni. Membro della divisione Totenkopf, prese parte alle operazioni del campo dal 1940 al 1945.

Condannato al processo di Cracovia ad Auschwitz nel 1947, Muhsfeldt fu giustiziato per impiccagione il 28 gennaio 1948. Questa analisi, basata su fonti storiche verificate come gli atti del processo e il Museo Memoriale di Auschwitz, fornisce una panoramica oggettiva del background di Muhsfeldt, del suo servizio e dell’esperienza dei suoi crimini e processi, al fine di alimentare il dibattito sui meccanismi del terrore nazista e sul valore della giustizia nel preservare la dignità umana.

Erich Muhsfeldt nacque il 18 febbraio 1913 a Neubrück, in Germania, durante l’Impero tedesco. Completò otto anni di scuola elementare nel 1927 e tre anni dopo si laureò in panetteria, un mestiere comune nelle famiglie della classe operaia. Sposato e con un figlio, la vita di Muhsfeldt cambiò con l’ascesa del nazismo.

 Il 30 gennaio 1933, Adolf Hitler divenne cancelliere e Muhsfeldt si arruolò nelle SA (Stormtrooper) quello stesso anno. Nel 1937 si trasferì nelle SS e nel 1939 si arruolò nel Partito Nazista (NSDAP).Le SS, un’organizzazione paramilitare d’élite, si rivolsero alle ambizioni di Mühsfeldt. La Seconda Guerra Mondiale iniziò il 1° settembre 1939 con l’invasione della Polonia, che lo portò a prestare servizio attivo.

Nel gennaio 1940, Mühsfeldt si arruolò nella Divisione SS-Totenkopf, o “Unità Testa di Morto”, un corpo d’élite delle Waffen-SS composto da guardie dei campi di concentramento. Le Waffen-SS, il braccio armato delle SS, parteciparono a operazioni di combattimento e di sicurezza. Mühsfeldt prestò servizio nella divisione durante la Campagna d’Occidente del 1940 e l’invasione dell’Unione Sovietica del 1941 (Operazione Barbarossa).

La sua unità proteggeva i campi e combatteva sul fronte orientale, dove le SS eseguivano esecuzioni di massa. L’esperienza di Muhsfeldt in questi ambienti lo preparò per i successivi ruoli nel sistema di sterminio.

Nel 1942, Mühsfeldt fu trasferito ad Auschwitz-Birkenau, il più grande campo di sterminio nazista, dove ricoprì il ruolo di capoblocco e boia. Tra il 1940 e il 1945, Auschwitz ospitò più di 1,3 milioni di prigionieri, con circa 1,1 milioni di morti, per lo più ebrei, a causa di gas, fucilazioni, fame e malattie.

Come boia, Mühsfeldt supervisionò le fucilazioni nel cortile del “Muro della Morte” e le cremazioni nei forni crematori di Birkenau. Le testimonianze dei sopravvissuti ai processi del dopoguerra lo descrivono mentre selezionava i prigionieri da uccidere e sovrintendeva alle esecuzioni di massa. Sorvegliava anche i crematori, garantendo l’efficiente smaltimento dei cadaveri. I documenti storici conservati al Museo Statale di Auschwitz confermano il suo coinvolgimento diretto nella morte di migliaia di persone, tra cui prigionieri di guerra sovietici e deportati ebrei.

Le forze sovietiche liberarono Auschwitz il 27 gennaio 1945. Muhsfeldt fuggì, ma fu catturato dalle autorità polacche nel 1946. Fu estradato in Polonia per il processo di Auschwitz a Cracovia (dal 25 novembre 1947 al 22 dicembre 1947), in cui furono processati 40 ex membri dello staff di Auschwitz.

Accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità, tra cui omicidio e sterminio, il processo a Muhsfeldt si è svolto con la testimonianza dei sopravvissuti e documenti che descrivevano dettagliatamente le sue esecuzioni. Ha ammesso di aver commesso alcune sparatorie, ma ha negato le uccisioni sistematiche. Il tribunale lo ha dichiarato colpevole di tutti i capi d’accusa e lo ha condannato a morte per impiccagione.

Il percorso di Erich Muhsfeldt, da fornaio a boia ad Auschwitz, e la sua impiccagione nel 1948 illustrano la macchina dell’Olocausto e il ruolo della giustizia nella resa dei conti. Le sue azioni a Birkenau contribuirono al genocidio di 1,1 milioni di vite. Per gli appassionati di storia, la storia di Muhsfeldt sottolinea i pericoli dell’estremismo ideologico, esortando alla memoria delle vittime e all’impegno per i diritti umani. Fonti verificate come il Memoriale di Auschwitz garantiscono un’istruzione accurata e promuovono un mondo libero da tali orrori.

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