Durante il fine settimana del Gran Premio del Bahrain, tra interviste velate, sguardi eloquenti e frasi lasciate a metà, Lewis Hamilton ha fatto capire, senza mai dirlo apertamente, che la Ferrari SF-25 era tutt’altro che in forma. Un’osservazione che, col senno di poi, sembra quasi profetica.

Il pilota britannico, noto non solo per la sua straordinaria abilità in pista ma anche per il suo acume tattico e la sua capacità di leggere tra le righe, aveva lasciato intendere già nelle giornate di prove libere che la monoposto rossa stesse soffrendo più del previsto. Mentre i riflettori erano puntati su Red Bull e Mercedes, Hamilton, durante un’intervista post-sessione, si era lasciato sfuggire: “Alcuni sembrano più in difficoltà del previsto, soprattutto chi pensava di lottare per il podio.” Una frase che, all’epoca, era sembrata generica, ma che adesso appare decisamente mirata.

La SF-25, presentata con grandi aspettative e pubblicizzata come la risposta definitiva alle sfide tecniche delle stagioni precedenti, si è rivelata fragile e poco competitiva sin dai primi giri in pista. Problemi di bilanciamento, degrado eccessivo degli pneumatici e difficoltà in uscita di curva hanno tormentato entrambi i piloti della Scuderia, in particolare Charles Leclerc, che non è riuscito a sfruttare al massimo il potenziale della vettura.

Hamilton, durante il weekend, ha mantenuto un comportamento diplomatico, ma i suoi gesti e commenti lasciavano trasparire una certa consapevolezza. “Non si tratta solo di essere veloci sul giro secco,” aveva detto in un’altra intervista. “La vera sfida è mantenere il ritmo e la costanza, soprattutto quando la macchina ti limita.” Ancora una volta, nessun riferimento diretto, ma per molti, quel “la macchina ti limita” era un chiaro riferimento alla SF-25.
Dopo la gara, in cui la Ferrari ha concluso lontana dal podio, la stampa italiana ha iniziato a ricostruire il quadro. Diversi analisti hanno sottolineato come Hamilton, già dai test pre-stagionali, avesse avuto un occhio particolarmente critico verso il comportamento della monoposto rossa. Secondo alcuni insider del paddock, il pilota britannico avrebbe osservato da vicino i dati e i long run della Ferrari, notando subito segnali allarmanti: instabilità in frenata e consumo irregolare delle gomme posteriori.
Non è la prima volta che Hamilton dimostra di avere un fiuto particolare per interpretare le dinamiche tecniche non solo della sua squadra, ma anche di quelle avversarie. Già in passato, aveva anticipato problemi futuri per alcuni team rivali, rivelandosi spesso sorprendentemente preciso nelle sue valutazioni.
La SF-25, dal canto suo, continua a sollevare dubbi. Nonostante le dichiarazioni ottimistiche del team principal Frederic Vasseur, il comportamento della vettura in gara ha lasciato molto a desiderare. “Dobbiamo analizzare i dati e capire dove abbiamo sbagliato,” ha dichiarato Vasseur dopo la gara. “Sappiamo che c’è del potenziale, ma per ora non riusciamo a tirarlo fuori.”
Le parole di Hamilton, lette alla luce di quanto accaduto, sembrano dunque non solo fondate, ma anche indicative di una comprensione profonda delle dinamiche che governano il circus della Formula 1. Alcuni tifosi ferraristi non hanno gradito l’atteggiamento apparentemente “profetico” del campione britannico, ma altri riconoscono che a volte, sentire certe verità da un rivale serve da stimolo più potente di mille analisi interne.
Nel frattempo, la Mercedes sembra aver ritrovato una certa solidità tecnica, mentre la Ferrari si ritrova ancora una volta a inseguire. Hamilton, con la sua esperienza, non si limita a guidare: osserva, analizza, comunica in codice. E quando lascia trapelare qualcosa, raramente è per caso.
Il prossimo Gran Premio sarà fondamentale per comprendere se la Ferrari saprà reagire e se la SF-25 è davvero solo “incompresa” o effettivamente problematica. Una cosa è certa: Hamilton continuerà a osservare e, forse, a svelare tra le righe ciò che molti preferirebbero nascondere.