Alla vigilia degli US Open 2025, Jannik Sinner ha condiviso la storia dei suoi genitori. Ha detto: «Hanno sacrificato tutta la loro giovinezza e la loro carriera per permettermi di arrivare dove sono oggi. Mi sento fortunato per questo, e proprio per questo ho deciso di creare una fondazione di borse di studio dedicata ai bambini che amano il tennis ma non hanno le possibilità di studiare e inseguire la loro passione. Voglio aiutare questi ragazzi a fare un passo verso la realizzazione del loro sogno»

Alla vigilia degli US Open 2025, Jannik Sinner ha condiviso la storia dei suoi genitori. Ha detto: «Hanno sacrificato tutta la loro giovinezza e la loro carriera per permettermi di arrivare dove sono oggi. Mi sento fortunato per questo, e proprio per questo ho deciso di creare una fondazione di borse di studio dedicata ai bambini che amano il tennis ma non hanno le possibilità di studiare e inseguire la loro passione. Voglio aiutare questi ragazzi a fare un passo verso la realizzazione del loro sogno».

 
 

New York, vigilia di uno degli appuntamenti più attesi della stagione tennistica: gli US Open 2025. In un clima già carico di tensione e aspettative, Jannik Sinner ha scelto di sorprendere tutti non con una dichiarazione tecnica o un commento sugli avversari, ma con una confessione intima e toccante. Il campione altoatesino ha raccontato la storia dei suoi genitori, sottolineando quanto i loro sacrifici abbiano inciso sul suo percorso, fino a portarlo ai vertici del tennis mondiale.

 
 

«Mio padre e mia madre hanno messo da parte i propri sogni per permettermi di inseguire i miei» – ha detto con voce ferma ma emozionata. «Non dimentico mai le ore di lavoro, le rinunce, la fatica che hanno affrontato per sostenermi. Senza di loro, non sarei qui». Le sue parole hanno commosso non solo i tifosi italiani presenti, ma anche il pubblico internazionale, che ha visto in Sinner non soltanto un atleta, ma un giovane uomo riconoscente e consapevole delle proprie radici.

L’annuncio più sorprendente, però, è arrivato subito dopo: la nascita di una fondazione a suo nome, con lo scopo di offrire borse di studio a bambini e ragazzi appassionati di tennis ma privi delle risorse economiche necessarie. L’iniziativa vuole garantire non soltanto l’accesso a strutture e allenamenti, ma anche la possibilità di conciliare sport e istruzione, affinché nessun talento debba rinunciare ai propri sogni a causa di difficoltà economiche.

«Il tennis mi ha dato tanto – ha spiegato Sinner – ma la cosa più importante che ho imparato è che dietro a ogni vittoria c’è un team, una famiglia, qualcuno che crede in te. Io voglio essere quella persona per altri ragazzi».

Il gesto ha subito suscitato un’ondata di entusiasmo: la federazione italiana di tennis ha lodato l’iniziativa, mentre ex campioni e colleghi del circuito hanno espresso ammirazione pubblica. Molti vedono in questa decisione una dimostrazione della maturità di Sinner, capace di andare oltre i confini del campo per lasciare un’eredità concreta.

Alla vigilia di uno Slam che potrebbe consacrarlo definitivamente come numero uno indiscusso, Sinner ha voluto dunque spostare l’attenzione su valori più profondi: gratitudine, solidarietà, futuro. «Vincere un trofeo è una gioia immensa – ha concluso – ma aiutare un bambino a realizzare il proprio sogno è una vittoria che non ha prezzo».

In un’epoca in cui spesso lo sport sembra dominato solo da cifre e contratti milionari, la scelta di Jannik Sinner restituisce al tennis una dimensione umana e universale. Alla vigilia del torneo newyorkese, non è solo un campione a parlare, ma un ragazzo che non ha mai dimenticato da dove viene e che, proprio per questo, vuole aprire la strada a chi verrà dopo di lui.

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