La serata greca si è trasformata in un banco di prova sorprendentemente agevole per l’Inter, che a pochi giorni dall’inizio ufficiale della nuova stagione ha superato l’Olympiacos con una vittoria netta, convincente e mai in discussione. Ma a far discutere non è stato soltanto il risultato finale, bensì le dichiarazioni di Cristian Chivu, chiamato a guidare la squadra in questa fase di preparazione. Dopo il triplice fischio, l’ex difensore rumeno ha infatti scelto di indicare pubblicamente tre giocatori che, a suo dire, rappresentano il volto inatteso, quasi “irregolare”, di un’Inter che si sta preparando a difendere le proprie ambizioni in Italia e in Europa.

Le parole di Chivu sono state dirette e senza filtri: “Sono nomi irregolari, ma vanno seguiti con attenzione. Hanno mostrato qualità fuori dal comune in una partita che per molti sembrava solo un’amichevole estiva. Io li considero già pronti per dare un contributo concreto.” Questa presa di posizione, così netta e allo stesso tempo coraggiosa, ha inevitabilmente acceso i riflettori mediatici su tre protagonisti che fino a ieri erano considerati comprimari o, al massimo, promesse in cerca di spazio.
Il primo nome è quello di Valentin Carboni, giovane talento che da tempo l’Inter sta cercando di lanciare gradualmente. Contro l’Olympiacos, però, il fantasista argentino ha finalmente mostrato una personalità degna di un veterano: dribbling sicuri, visione di gioco e un gol che ha strappato applausi anche ai tifosi greci. Chivu lo ha definito “un calciatore che può sorprendere, perché non si accontenta mai e cerca sempre la giocata difficile”. In una rosa già ricca di qualità, Carboni rischia di diventare l’arma segreta in grado di rompere gli equilibri.
Il secondo nome, a sorpresa, è quello di Mattia Zanotti. Terzino instancabile, prodotto del vivaio nerazzurro, ha saputo sfruttare la propria occasione con una prestazione di grande sostanza. Cross precisi, corsa continua e un atteggiamento da veterano hanno colpito Chivu, che lo ha definito “un esterno capace di interpretare il ruolo in chiave moderna, senza paura e con la giusta cattiveria agonistica”. La sua crescita potrebbe garantire all’Inter un’alternativa preziosa sulle fasce, soprattutto in una stagione lunga e densa di impegni.
Il terzo nome, forse il più sorprendente, è quello di Ebenezer Akinsanmiro, giovane centrocampista nigeriano arrivato tra lo scetticismo generale. Nella sfida con i greci, invece, Akinsanmiro ha dato equilibrio, recuperato palloni e imposto una presenza fisica notevole a centrocampo. Chivu non ha esitato a definirlo “un profilo diverso, irregolare appunto, che può diventare fondamentale grazie alla sua capacità di spezzare il ritmo degli avversari e rilanciare l’azione con immediatezza”. Per una squadra che ha perso alcuni riferimenti a centrocampo durante il mercato, la sua crescita può rivelarsi una risorsa insperata.
L’espressione “nomi irregolari” utilizzata da Chivu non è casuale. L’allenatore sa bene che, in un gruppo consolidato e reduce da una stagione esaltante, non è facile ritagliarsi spazio. Tuttavia, queste tre figure sembrano aver convinto lo staff tecnico di meritare attenzione e fiducia. La sensazione è che l’Inter voglia costruire non solo sul talento dei suoi campioni già affermati, ma anche su un nucleo di giovani capaci di sorprendere e portare freschezza.
Il successo con l’Olympiacos non può essere considerato un test decisivo, ma ha offerto indicazioni chiare. La squadra appare compatta, solida e con una condizione fisica in netto miglioramento. Tuttavia, ciò che ha lasciato il segno sono state le singole prestazioni di chi era chiamato a mettersi in mostra. I tifosi nerazzurri hanno già iniziato a fantasticare su un’Inter che possa alternare l’esperienza dei senatori all’entusiasmo delle nuove leve.
Con l’avvio della Serie A alle porte, le parole di Chivu risuonano come un messaggio chiaro alla società e ai sostenitori: non sottovalutate questi ragazzi. Sono “irregolari”, certo, ma proprio per questo potrebbero diventare l’arma in più in una stagione che si annuncia ricca di sfide e, forse, di trionfi inattesi.