Era un pomeriggio soleggiato a Orlando. Gli spalti di SeaWorld erano pieni di famiglie, bambini con i volti dipinti e turisti pronti ad assistere a uno degli spettacoli più attesi: il numero acrobatico di Jessica Radcliffe e della sua orca “Kaimana”. Per anni, questo duo aveva incantato il pubblico con salti sincronizzati, tuffi spettacolari e momenti di apparente intimità tra umano e animale. Jessica conosceva ogni minimo gesto di Kaimana, e l’orca rispondeva con precisione quasi militare.

Ma quella volta, qualcosa si ruppe nella perfezione della loro routine.
Il numero era semplice, almeno in apparenza: Jessica doveva tuffarsi da una piattaforma di cinque metri, atterrare vicino all’orca, e farsi spingere in superficie dalla sua potente coda. Lo aveva fatto centinaia di volte, senza alcun incidente. Tuttavia, testimoni raccontano che, mentre Jessica si tuffava, Kaimana sembrava distratta, nuotando in cerchio con movimenti nervosi.
Appena Jessica toccò l’acqua, ci fu un attimo di silenzio… e poi un fragoroso boato di urla proveniente dal pubblico. L’orca, invece di spingere Jessica verso l’alto, la afferrò violentemente per una gamba e la trascinò sott’acqua. Le urla si moltiplicarono, e in pochi secondi, macchie rosse si diffusero nella piscina, lasciando i presenti senza fiato.
Gli addestratori fuori dal bacino lanciarono immediatamente segnali di emergenza, cercando di richiamare Kaimana con fischietti e secchi di pesce. Ma l’orca sembrava posseduta da un istinto primordiale. Solo dopo interminabili secondi — che per molti spettatori parvero ore — Jessica riemerse, sostenuta da due colleghi. Era pallida, sanguinante, ma cosciente.
L’incidente venne immediatamente interrotto, e il pubblico fu evacuato in fretta. Video amatoriali, girati dai cellulari dei presenti, iniziarono a circolare online nel giro di pochi minuti. Le immagini dell’acqua tinta di rosso e della concitazione attorno alla vasca divennero virali, scatenando una valanga di reazioni indignate.
SeaWorld, già da anni al centro di polemiche per il trattamento delle orche in cattività, si trovò improvvisamente nell’occhio del ciclone mediatico. Organizzazioni per i diritti degli animali denunciarono l’episodio come “la prova definitiva” che questi spettacoli sono pericolosi sia per gli animali che per gli esseri umani.
Jessica, ricoverata in ospedale con ferite profonde ma non letali, rilasciò una breve dichiarazione giorni dopo: «Kaimana non è cattiva. Era spaventata. Ma questo deve farci riflettere su cosa chiediamo a questi animali.» Le sue parole, pur concilianti, non bastarono a placare l’ira dell’opinione pubblica.
Quello che doveva essere un pomeriggio di gioia e meraviglia si trasformò in un punto di non ritorno per la reputazione di SeaWorld, sollevando interrogativi difficili sulla convivenza forzata tra esseri umani e giganti del mare.