Francesco Acerbi, difensore della Nazionale Italiana e dell’Inter, ha lasciato senza parole tifosi e media di tutto il mondo con un gesto di straordinaria umanità rivolto al compianto calciatore portoghese Diogo Jota, scomparso prematuramente il mese scorso in un tragico incidente stradale nei pressi di Porto. La notizia della sua morte ha profondamente commosso il mondo del calcio, ma nessuno si aspettava che proprio Acerbi, noto per la sua riservatezza, si rendesse protagonista di un’iniziativa tanto toccante quanto significativa.

Secondo fonti vicine alla famiglia, Acerbi avrebbe organizzato e finanziato personalmente la creazione di un centro sportivo giovanile a Lisbona, intitolato proprio a Diogo Jota, con l’obiettivo di offrire a bambini provenienti da contesti svantaggiati l’opportunità di praticare calcio e ricevere un’educazione sportiva ispirata ai valori del fair play, dell’impegno e della solidarietà. L’inaugurazione del centro, tenutasi sabato scorso, ha visto la presenza di rappresentanti della FIFA, dell’UEFA, di compagni di squadra di Jota e, soprattutto, dei suoi familiari, profondamente commossi.
Nel suo breve discorso durante la cerimonia, Acerbi ha dichiarato: “Non ho mai conosciuto Diogo di persona, ma ho sempre ammirato il suo stile di gioco e il suo rispetto per gli avversari. Quando ho saputo della sua scomparsa, ho sentito il bisogno di fare qualcosa che andasse oltre le parole. Questo centro è il mio modo di onorare la sua memoria e di trasmettere ai giovani ciò che Diogo rappresentava”.
La famiglia di Jota ha reagito con un comunicato ufficiale carico di emozione: “Acerbi ha fatto qualcosa di straordinario per la nostra famiglia. Siamo profondamente grati non solo per il gesto concreto, ma per la sensibilità e il rispetto dimostrati. Diogo avrebbe amato questo progetto.”
Il gesto di Acerbi ha avuto un’eco fortissima non solo in Italia e in Portogallo, ma anche sui media internazionali. Numerose testate, tra cui Marca, L’Équipe, BBC Sport e The Guardian, hanno dedicato articoli e editoriali alla sua iniziativa, definendola un esempio di come il calcio possa ancora essere veicolo di valori umani profondi.
In un’epoca spesso segnata da polemiche e scandali, il gesto silenzioso ma potente di Francesco Acerbi ha ricordato a tutti che l’anima del calcio non si misura solo in gol e trofei, ma anche in atti di solidarietà e memoria. E proprio in quella memoria, il nome di Diogo Jota continuerà a vivere, grazie anche a un campione che ha saputo mettersi al servizio degli altri senza cercare i riflettori.